Zona Gaggiano (MI)
Fuori Milano, zona di prati e navigli, calma e pianura.

Mi siedo guardo il menù, tipicamente identitario della cultura meneghina.
Acquolina in bocca a 360°. Locale storico mantenuto giovane dalla freschezza dei prodotti e anche dal servizio.

La semplice bontà contadina.
Pane in cassetta caldo con fichi su cui spalmare delicatamente il pâté e la marmellata di albicocche.
Questo pâté di fegatini di pollo è unico. Chiacchierando con la cucina abbiamo scoperto che il fegatino viene semplicemente rosolato in olio e poi frullato con il burro. Più semplice di cosi..
Lo suggerisco a coloro che hanno problemi ad affrontare i fegatini, in quanto delicatissimo.
MUST TRY! Se riuscite fate anche un take-away per il frigo di casa.

Questo piatto/panino mi ha ricordato le grandi città europee dove sono stato. Da Londra a Berlino a New York, con il fondo palato che mi portava sempre a Milano. Perchè? Il Pastrami essendo una preparazione ormai celebre a livello mondiale viene proposta spesso sotto forma di street food.
Ritrovarmi la lingua, con una masticazione più tonica rispetto alla classica punta di petto di manzo come taglio, mi riportava sempre alla tradizione contadina delle zone tra Lombardia e Piemonte. Mi ricordava la lingua del bollito misto mangiato svariate volte in sagre paesane in ambientazioni quasi da film. Questo ricordo umile di casa e tradizione associato al viaggio del mio gusto personale passato mi ha creato una sensazione bellissima.
Pane bun panificato in loco con una carne scioglievolissima. Senape al miele cortese e morbida e la cipolla agrodolce d’altri tempi. Panino veramente gustoso.
PIATTO DA VIAGGIATORE MENEGHINO

Ad accompagnare il palato, abbiamo scelto nella variegatissima carta vini un giovanotto molto prepotente e spigoloso ma ugualmente piacevole. Tannino morbido e fresco, acidità spiccata e frutti rossi leggeri leggeri.

Un piatto povero, di recupero del risotto allo zafferano del giorno prima.
Un piatto simbolo della città di Milano. Esecuzione degna di nota.
Piatto povero arricchito da un ragù bianco di vitello tenero e succoso, una fonduta di parmigiano che aggiunge ulteriore crema salina alla masticazione ed una cialda croccante di reggiano.
VALE DA SOLO IL VIAGGIO

Ricetta antica quanto l’Artusi, l’autore della Scienza in Cucina e l’arte di Mangiar bene, il quale già la citava nel 1891. Veniva citata come “Costoletta” e non “Cotoletta” in quanto fa riferimento al taglio di carne con l’osso caratteristico della ricetta originale.
Esecuzione perfetta, durante l’ordinazione viene anche chiesto se viene preferita alta oppure battuta. Piatto semplice ma eccellente.
POTERE AL BUONO

Ad accompagnare la Costoletta abbiamo provato un insalata di scarola olive taggiasche e anacardi. Molto interessante come insalata. Personalmente amo l’amaro, ma forse c’era un filo di sproporzione verso questo sapore. Considerazione del tutto personale.
Che dire..
L’Antica Trattoria del Gallo è testimone della cultura gastronomica territoriale.
Quattro generazioni in 150 anni hanno consapevolmente o meno tramandato un sapere popolare che ha creato un valore inestimabile, che solo il tempo ha reso possibile. Ricette che sono patrimonio gastronomico e veicolo culturale di conoscenze territoriali uniche.
DA TORNARE MENSILMENTE
Buona giornata
Mangio.Doppio
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